POSTED 12 APRILE 2019REDAZIONE


Postato sulla pagina Facebook di Marco Cavallo


di Tea Girardi

Il mondo è strano. È un posto freddo, e come posso viverci senza pelle?

Posso mettere una giacca, una felpa, ma il freddo arriva comunque alle ossa. Lo ripetevo sempre da piccola nella mia testa. “Ho freddo dentro” mi dicevo. Col passare degli anni poco è cambiato. Ho imparato a nascondermi dietro a un rimmel, a una pelliccia, a un rossetto, a un aperitivo. Ma il freddo arrivava lo stesso. Anche quando ero in mezzo alla gente.

Mi sentivo come un bicchiere abbandonato mezzo vuoto

che ormai non serve più. Mi sento ancora così. Troppo poco per essere considerata dagli altri interessante. Troppo poco bella intorno alle altre. Troppo poco divertente. Il poco caratterizza la mia vita, tanto quanto il troppo. Mai vie di mezzo, mai una stabilità. Un alto e un basso, un forte e un pianissimo, un rumore assordante e un completo silenzio. Questa è la mia vita, e ormai ci ho fatto il callo. Ma non significa che soffra di meno.

L’anima mia è frastagliata, divisa in due specchi che si guardano ma riflettono cose opposte. E la mia testa sbatte contro uno specchio e poi contro l’altro, senza mai fermarsi. Non riesco ad avere una mia opinione, che sia solo mia intendo, e non un insieme di parti unite con lo scotch da qualche discorso preso e sentito al bar. Non riesco a vedermi unita, mi vedo scomposta e in parti contrastanti.

Certe volte non riconosco nemmeno la mia immagine allo specchio

Certe volte la mia mente si dissocia dal mio corpo, nei periodi di forte stress. Non sento più il corpo, mi sento un estranea che si vede dal di fuori e non percepisce più emozione alcuna. Quando mi succede vorrei prendere un coltello e scavarmi la pelle, per vedere se fa male, se ci sono, se Tea è qui. Perché a Tea piace andarsene, correre sul filo labile che divide pazzia da normalità, come una funambola davanti a un pubblico. Il pubblico sono le mie relazioni sociali, la mia famiglia, i miei amici, i miei amanti.

Corro sulla fune e spesso cado al di là. Al di là della normalità, intendo. L’anima inizia a bruciare e mi saltano al collo le emozioni più disparate, che non riesco nemmeno a comprendere. La bocca si infiamma di parole cattive, la mente di scene crude e sadiche, le mani tremano e gli occhi lacrimano.

Come faccio a non sentire questo freddo? A scendere dalla fune? A non terrorizzare il mio pubblico?